La primavera, con il suo risveglio, porta con sé una ricca varietà di erbe spontanee che invadono i campi e i boschi, offrendo un’opportunità preziosa per arricchire le tavole con gusto e nutrienti. La cucina con le erbe spontanee permette di riscoprire sapori autentici legati al territorio e di sfruttare la freschezza e la varietà di erbe selvatiche meno conosciute, un modo per abbracciare la stagionalità e arricchire i piatti con ingredienti naturali e nutrienti.
Tra i primi protagonisti della primavera ci sono i bruscandoli, noti anche come luppolo selvatico. Questi germogli, dall’aspetto simile agli asparagi selvatici, ma distinti per la loro origine vegetale, rappresentano un’eccellente fonte di sapore e sostanze benefiche. I bruscandoli spuntano rigogliosi lungo i fossi, i boschi e le rive dei fiumi, pronti per essere raccolti e trasformati in piatti deliziosi. Conosciuti con nomi differenti nelle varie regioni d’Italia – come asparagina in Lombardia, luvertìn in Piemonte, bruscandolo in Veneto, vartìs in Emilia-Romagna, urtizon in Friuli, luperi in Umbria – i bruscandoli sono un ingrediente prezioso in cucina. Le loro foglie, una volta private, possono essere utilizzate per arricchire frittate, risotti e minestre, mentre i germogli, dopo una breve cottura, si prestano a condimenti con olio, limone e pepe o a preparazioni come il pesto, perfetto per condire pasta e bruschette.
Un’altra delizia primaverile da non trascurare sono i carletti, conosciuti anche come strigoli o silene vulgaris. Queste erbe umili, conosciute con nomi diversi e dialettali in tutta Italia – come sciopet, sciopetìn, grisol, ‘sclopit, erba del cucco – sono un vero e proprio tesoro culinario. La loro versatilità in cucina è sorprendente: le foglie crude si prestano ad essere consumate insieme ad altre erbe selvatiche, ma è nella preparazione che rivelano appieno il loro potenziale. Questa erba spontanea si trova diffusa in tutta la penisola, dai campi alle montagne, fiorendo da maggio a luglio, talvolta fino all’autunno. Queste erbe possono essere raccolte e utilizzate in una vasta gamma di piatti, da insalate a risotti, da frittate a contorni. Il loro nome botanico, Silene vulgaris, deriva dal fatto che i fusti emettono uno stridio caratteristico quando vengono stretti durante la raccolta.
Una delle ricette migliori per poter esaltare il sapore di questi ingredienti è il Risotto di bruscandoli e carletti, una ricetta che incarna l’essenza della stagione in modo semplice ma mai scontato. Questa versione è realizzata con Dialbrodo Classico, il compagno ideale per esaltare la freschezza di questi ingredienti, creando un piatto che celebra la primavera in tutto e per tutto.
Procedimento
- Lavare accuratamente i bruscandoli, eliminando la parte legnosa dei germogli; lavare i carletti, eliminando i gambi più lunghi, quindi tritare entrambe le erbe.
- In una pentola capiente, far imbiondire dolcemente una cipolla tritata con olio extra vergine di oliva. Aggiungere i bruscandoli e i carletti e farli stufare brevemente. Condire con sale e pepe.
- Una volta che le verdure sono appassite, versare il riso nella stessa pentola e farlo tostare per circa 3 minuti a fiamma bassa. Sfumare con il vino bianco, alzando la fiamma, e attendere che evapori completamente.
- Iniziare la cottura del risotto aggiungendo il brodo vegetale Dialbrodo Classico sciolto in acqua calda, un mestolo alla volta. Continuare a mescolare e aggiungere il brodo gradualmente fino a quando il riso è cotto, per circa 15 minuti.
- Una volta che il risotto è giunto a cottura, spegnere il fuoco, allontanare la pentola dal fornello e aggiungere parmigiano e burro. Mescolare energicamente e lasciar riposare per 1 minuto prima di servire.